
Vuoi aiutarci nella rilevazione dei prodotti e delle produzioni locali e tradizionali dell’Appennino Bolognese?
Compilando il seguente modulo contribuirai al processo di valorizzazione del patrimonio culturale, economico e ambientale del territorio.
Il progetto D’in sò – L’Appennino nel piatto 2024 ha come obiettivo principale la promozione dell’identità enogastronomica dell’Appennino Bolognese a partire dalla valorizzazione delle produzioni locali e dei cammini che le attraversano.
L’identità enogastronomica di un territorio riveste un’importanza fondamentale per diversi aspetti, tra cui culturale, economico, sociale e ambientale. In particolare:
- Cultura e Tradizione
Rappresentazione della Storia: Ogni piatto e prodotto tipico racconta una storia e riflette le tradizioni, le pratiche agricole e le influenze culturali della regione.
Passaggio Generazionale: La trasmissione delle ricette e delle tecniche culinarie contribuisce a preservare l’identità culturale e a mantenere vive le tradizioni locali. - Economia Locale
Valorizzazione dei Prodotti Locali: L’identità enogastronomica favorisce la produzione e la commercializzazione di prodotti tipici, promuovendo l’economia locale e incentivando attività come l’agriturismo.
Turismo Gastronomico: Un forte legame con l’enogastronomia attira turisti interessati a scoprire i sapori locali, contribuendo così all’economia del territorio. - Coesione Sociale
Rafforzamento della Comunità: Eventi enogastronomici come sagre e fiere creano occasioni di socializzazione e coinvolgono la comunità, rafforzando i legami tra le persone.
Identità Collettiva: Una forte identità enogastronomica contribuisce a formare un sentimento di appartenenza e orgoglio tra i residenti della regione. - Sostenibilità Ambientale
Pratiche Agricole Tradizionali: La valorizzazione dei prodotti tipici spesso implica la promozione di metodi agricoli sostenibili e a basso impatto ambientale.
Preservazione della Biodiversità: L’identità enogastronomica incoraggia la coltivazione di varietà locali e il mantenimento delle risorse naturalistiche. - Innovazione e Creatività
Sperimentazione e Fusioni: L’identità enogastronomica offre una base solida su cui gli chef e i produttori locali possono innovare, creando nuove interpretazioni di piatti tradizionali e fusioni con altre culture culinarie. - Identità e Branding Territoriale
Promozione del Territorio: Un’associazione forte tra il territorio e la sua offerta enogastronomica può migliorare l’immagine e il branding del luogo, rendendolo più attrattivo per visitatori e investitori.
La riconsiderazione della cultura enogastronomica è sempre più strumento imprescindibile per lo sviluppo, il lancio o l’incremento delle intere attività di quel determinato territorio. Ecco il motivo per cui la tipicità è fattore sempre da perfezionare e preservare per consolidare, qualificare, diversificare, creare prodotti e reti di offerta sul territorio con lo scopo di tenere insieme la produttività turistica alla produttività agricola e agroalimentare. Anche per dare maggior vigore “industriale” a certe produzioni minori, le quali rischiano di scomparire, contrastando così la disoccupazione in un settore sostanziale per l’economia dell’Appennino Bolognese.
Il prodotto agroalimentare locale è anche occasione per riunirsi attorno a una tavola o per partecipare a piccole sagre di paese o eventi fieristici di respiro nazionale. Quindi, il suo consumo diventa mezzo di comunicazione interpersonale e di rilancio di un intero territorio. Insomma un vero e proprio medium che deve continuare ad essere valorizzato.
Una modalità di valorizzare le produzioni agroalimentari locali ci è offerta dai marchi di qualità alimentare. Ne esistono di diversi tipi e di diversa natura, a partire dai Regolamenti CEE n. 2081/92 e n. 2082/9 poi CEE n. 510/2006 e n. 509/2006 dell’Unione Europea che inquadrano giuridicamente la protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari, attraverso adozione di disciplinari di produzione, che garantiscono l’origine e le proprietà dei prodotti agroalimentari.
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari che detengono i marchi di qualità, tra cui la Denominazione di Origine Protetta (DOP), l’Indicazione Geografica Protetta (IGP), la Specialità Tradizionale Garantita (STG), l’Indicazione Geografica Tipica (IGT), i prodotti a marchio biologici. Fatta eccezione per i vini per cui l’Italia ha deciso di mantenere i marchi DOCG e DOC e IGT
Scarica il volantino per la valorizzazione dei prodotti
Tuttavia, analizzando l’attuale sistema agroalimentare dell’Appennino Bolognese dato dalle schede di rilevazione delle produzioni locali i marchi di qualità che meglio possono valorizzare l’intero sistema sono:
Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT)
Denominazione Comunale (De.Co.)
Prodotto di Montagna
I PAT sono la riscoperta di produzioni che, in alcuni casi, rischiano di scomparire nel cambio generazionale, con la conseguente perdita di un ingente patrimonio storico-socio-culturale, oltre che gastronomico. Rappresentano tutte le categorie merceologiche dalle materie prime alle ricette di un determinato piatto passando attraverso i processi di trasformazione, ma soprattutto sono di facile certificazione, nel senso che richiedono semplicemente la dimostrazione dell’esistenza di quel determinato prodotto o produzione per un arco temporale di 25 anni attraverso la compilazione di una apposita scheda. Inoltre l’elenco dei PAT è gestito direttamente dalla Regione che annualmente rinnova l’elenco.
Le De.Co. non sono un marchio di qualità ma un’attestazione di tipicità legata alla tutela e alla valorizzazione di un prodotto tipico, una ricetta tradizionale, un’attività agroalimentare o un prodotto artigianale. A partire dal 1990, in Italia si disciplinano le prime Denominazioni Comunali grazie alla Legge 142, che consente ai Comuni di disciplinare in materia di valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali. Dal 2002 le De.Co. sono normalmente istituite prendendo a modello un regolamento-tipo predisposto dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che estende il riconoscimento anche a feste e saperi tradizionali. Le De.Co. sono sempre più uno strumento di marketing territoriale che promuove il patrimonio culturale oltre i propri confini locali e regionali. A novembre 2020 il Comune di Bologna ha deciso di istituire la propria Denominazione Comunale (De.Co.), al fine di censire e valorizzare le attività e i prodotti agro-alimentari del territorio e come strumento di promozione dell’immagine di Bologna. E’ stato contestualmente approvato il Regolamento per la tutela e la valorizzazione dei saperi, delle attività e delle produzioni agro-alimentari tipiche locali e tradizionali. Per iscrivere un prodotto De.Co. è necessario presentare un’istanza alle autorità regionali tramite apposita segnalazione.
Il “prodotto di montagna” è un’indicazione facoltativa di qualità che fa parte dei regimi di qualità regolamentati dall’Unione europea e serve a rendere riconoscibili sul mercato i prodotti alimentari (materie prima e prodotti trasformati) ottenuti in zone di montagna (linee guida del Decreto ministeriale 20 luglio 2018). Le zone di montagna sono comprese tra le aree svantaggiate, e sono individuate così come previsto da: articolo 3 Direttiva Europea 268 del 1975, Regolamento Europeo numero 1305 del 2013 e Regolamento CE numero 1698 del 2005 (paragrafo 3). Il Decreto Ministeriale 57167 del 26 luglio 2017 prevede che gli operatori interessati all’utilizzo dell’indicazione “prodotto di montagna” trasmettano entro 30 giorni dall’avvio della produzione, alla Regione dove è situato l’allevamento o l’azienda di produzione o lo stabilimento di trasformazione, il modulo debitamente compilato.

Esistono poi altre classificazioni che risultano fondamentali per il sistema agroalimentare dell’Appennino Bolognese che sono:
i Prodotti della Biodiversità che si caratterizzano per la “diversità biologica” e sono generati l’incontro della biodiversità di un determinato ambiente (varietà di organismi viventi in esso presenti: geni, specie ed ecosistemi) con la biodiversità culturale del contesto e personale del produttore;
i prodotti presenti Repertorio regionale delle risorse genetiche agrarie che è lo strumento con cui la Regione Emilia-Romagna tutela il patrimonio di razze e varietà locali;
i prodotti di nicchia o minori sono tutti quelli che hanno una dimensione produttiva limitata;
i Presidi Slow Food e i prodotti dell’Arca che sostengono le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, valorizzando territori, recuperando mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, salvando dall’estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta.
Il GAL dell’Appennino Bolognese si propone come intermediario a supporto del tessuto agroalimentare del territorio per l’avvio delle procedure di certificazione facoltative dei prodotti e delle produzioni tradizionali e locali. Per saperne di più contattare il GAL al numero 051-4599907 e all’indirizzo mail: info@bolognappennino.it
I prodotti già censiti
